Nel calcio gli infortuni sono parte del gioco, alcuni sono stati però davvero gravissimi e sono rimasti impressi nella storia.
Il calcio è certamente lo sport più amato in Italia, in grado di regalare emozioni indescrivibili, che possono restare nella mente e nel cuore anche per tutta la vita. Questo vale sia per i protagonisti, sia per chi segue l’evento da semplice appassionato, nonostante a volte non possano mancare le delusioni. Tra gli eventi imprevisti ma che è necessario mettere in conto ci sono gli infortuni, alcuni lievi e superabili in breve tempo, in altri casi è invece necessario stare fermi a lungo prima di poter tornare in campo.
Esistono degli incidenti di gioco che sono però stati talmente terribili da entrare nella storia, in alcuni casi possono avere cambiato anche l’approccio del calciatore nei confronti della gara, o addiritttura avere costretto a porre fine alla carriera. Non è così impossibile fare una panoramica die ko più gravi, alcuni di questi hanno riguardato giocatori che sono ancora oggi amatissimi.
Calcio e infortuni: i più gravi della storia
E’ più che naturale per un appassionato di calcio tenere a mente vittorie e giocate spettacolari, ma anche alcuni infortuni, specie se sono stati particolarmente gravi. In alcuni casi si può essere addolorati tanti quanto il malcapitato, a maggior ragione se l’incidente si verifica in una fase cruciale della stagione e costringe a uno stop lungo. Vediamo quindi una panoramica di alcuni di quelli che hanno fatto la storia.
Peter Cech (2006). Il portiere quando giocava nel Chelsea nel 2006 ha ricevuto un colpo in testa da parte dell’dell’attaccante del Reading Stephen Hunt, nel corso di un’uscita. In quell’occasione ha subito la frattura del cranio, oltre a un intervento chirurgico d’urgenza resosi necessario per salvargli la vita. Da allora lui ha sempre giocato con un caschetto protettivo.
Gianluca Grassadonia (1998). In occasione di Udinese-Cagliari di Serie A il giocatore è stato colpito accidentalmente alla testa da Thomas Locatelli, andando in arresto cardiaco. Determinante è stato l’intervento del compagno Alessio Scarpi, che ha capito subito la gravità della situazione, intervenendo personalmente per rianimarlo. Pochi minuti dopo ha lasciato il campo cosciente, anche se ha poi rivelato di non avere alcun ricordo di quell’episodio.
Domenico Giampà (2004). Il calciatore, che all’epoca era nelle file del Messina, è finito accidentalmente contro i cartelloni pubblicitari presenti a bordocampo. Quello scontro gli ha squartato la coscia, con un taglio di 20 centimetri, che ha richiesto quasi 150 punti di sutura. Fortunatamente non era stata lesionata l’arteria femorale, ipotesi che era considerata la peggiore in quella circostanza.
Federico Mattiello (2005). Il giocatore, allora giovanissimo, era nelle file del Chievo quando ha rimediato una frattura esposta di tibia e perone in un tackle con il centrocampista della Roma Nainggolan. Le immagini erano state davvero terribili per la torsione della gamba. Lui è poi riuscito a tornare a giocare, ma mai con continuità a causa dei numerosi altri infortuni che lo hanno fermato.
David Buss (1996). Il calciatore, che era in forza al Coventry City, si era scontrato con i giocatori del Manchester United Brian McClair e Denis Irwin, riportando la frattura di tibia e perone. A differenza di molti altri colleghi, non è mai riuscito a tornare in campo, pur avendo subito ben 22 interventi chirurgici. Non solo, per un periodo i medici non vedendo alcun miglioramento erano arrivati addirittura a pensare di amputargli la gamba.