L’utilizzo dei Wi-Fi di un’altra abitazione potrebbe essere un reato anche piuttosto grave: ecco quando si rischia e perché è meglio evitare in ogni caso.
Fino a qualche anno fa, quando i gestori telefonici offrivano la rete internet solo a consumo (l’introduzione delle tariffe flat ha praticamente cancellato questa tipologia di contratto) era in molti quelli che evitavano di sottoscrivere un contratto, dunque evitavano proprio di provare a connettersi al web o cercavano l’appoggio di una rete Wi-Fi vicina.
Oggi chiaramente la situazione è ben diversa, in primo luogo perché le tariffe di telefonia fissa sono quasi tutte flat e dunque non hanno limitazioni di traffico dati, in secondo luogo perché praticamente tutti si connettono principalmente da smartphone ed hanno una tariffa che consente loro di sfruttare un certo quantitativo di giga di dati.
Può sempre capitare che i giga finiscano prima del rinnovo della tariffa o che per qualche motivo si è scoperti prima di effettuare la ricarica necessaria a rinnovarla. In questi casi – se non si ha un Wi-Fi a casa perché lo si trova poco utile – si potrebbe pensare di allacciarsi temporaneamente alla rete del vicino per controllare le ultime novità o per esigenze lavorative.
Ciò che viene da chiedersi a questo punto è se si tratti o meno di una buona idea. La risposta, sia a livello etico che legale, è chiaramente no e tra poco vi spiegheremo il motivo.
Cosa si rischia a sfruttare la connessione Wi-Fi del vicino
Sorvolando sulla questione etica – per una volta il vicino potrebbe anche non accorgersene e soprattutto non subire danno dall’azione commessa – cerchiamo di capire cosa potrebbe capitare nel caso in cui si approfitti costantemente della rete Wi-Fi di un vicino quando si è in casa.
A spiegarlo è stato un avvocato sulla propria pagina Instagram. Il legale ha chiarito che le situazioni che si presentano possono essere due: la prima è quella in cui ci si colleghi ad una rete protetta da password e la seconda quella in cui si approfitti di una connessione libera.
Razionalmente si potrebbe pensare che il problema legale sorga solo nel caso di rete protetta, ma non è proprio così. Se è vero che collegarsi senza permesso ad una rete protetta da password può configurarsi come reato di accesso abusivo ad un sistema informatico, tuttavia l’avvocato spiega che la Cassazione è molto restrittiva sul concetto di “sistema informatico” e spesso la rete Wi-Fi non viene considerata tale, dunque è possibile che anche finendo a processo si venga assolti.
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Paradossalmente può essere più rischioso sfruttare una rete libera, poiché se questa è una rete a consumo e dunque si sottraggono i dati concessi dalla compagnia al legittimo proprietario si configura il reato di furto ai danni del vicino.